Diffamazione, insulto, oltraggio, denuncia, falsa testimonianza: fatti assistere da un avvocato in diritto penale della comunicazione a Parigi

Testi e sanzioni, prescrizioni, mezzi di difesa:

La diffamazione e l'insulto sono i cosiddetti reati “a stampa” soggetti a una speciale e delicata procedura volta a preservare la libertà di espressione ea scoraggiare coloro che vogliono rimuovere o punire contenuti dannosi.

Ad esempio, il termine di prescrizione per avviare un procedimento è in linea di principio di tre mesi, oltre i quali l'azione si prescrive.

È la legge del 29 luglio 1881 sulla libertà di stampa che prevede e punisce questi reati.

Sezione 29

Modificato dall'ordinanza 6 maggio 1944 – art. 4

Qualsiasi accusa o imputazione di un fatto che leda l'onore o la considerazione della persona o dell'ente a cui il fatto è imputato è diffamazione. E' punibile la pubblicazione diretta o mediante riproduzione di tale accusa o di tale imputazione, anche se effettuata in forma dubbia ovvero se diretta a persona od ente non espressamente nominato, ma la cui identificazione è resa possibile dai termini discorsi, grida , minacce, scritte o stampati, cartelli o manifesti incriminati.

Qualsiasi espressione oltraggiosa, termini di disprezzo o invettive che non contengano l'imputazione di alcun fatto è un insulto.

Sezione 32

Modificato dalla LEGGE n°2019-222 del 23 marzo 2019 – art. 71 (V)

La diffamazione commessa nei confronti di persone fisiche con uno dei mezzi di cui all'articolo 23 è punita con la sanzione pecuniaria di 12.000 euro.

La diffamazione commessa con gli stessi mezzi nei confronti di una persona o di un gruppo di persone sulla base della loro origine o della loro appartenenza o non appartenenza ad un'etnia, nazione, razza o religione determinata è punita con un anno di reclusione e con la multa di 45.000 euro o una sola di queste due sanzioni.

La diffamazione commessa con gli stessi mezzi nei confronti di una persona o di un gruppo di persone sulla base del sesso, dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere o della disabilità sarà punita con le pene previste dal comma precedente.

Nel caso di condanna per uno dei fatti previsti dai due commi precedenti, il giudice può altresì disporre:

1° L'affissione o la diffusione della decisione pronunciata alle condizioni previste dall'art Regola 131-35 il codice penale;

 

Diffamazione: come viene punita? come difendersi?

Le difese sono:

  • la verità dei fatti
  • buona fede
  • il fatto non diffamatorio, non lesivo dell'onore e della considerazione
  • l'assenza di fatti specifici, l'espressione di un'opinione o un insulto

Quando i fatti rivelano una discriminazione, si incorre nella custodia della polizia e nell'immediata comparizione (indotta dalla pena detentiva di un anno). CRPC è escluso.

In linea di principio non è prevista la custodia cautelare. (il mandato deve essere strettamente necessario alle indagini e proporzionato alla gravità del reato (CA Parigi, 4° cap. int., 15 maggio 2009 n.2008/06790 : Com. com. elettr. 2010, crono. 3, n. 12, oss. C. Bigotto).

La procedura sommaria può essere utilizzata per alleviare l'urgenza, così come la procedura accelerata nel merito prevista dall'articolo 6.I.8 comma 1 della legge n° 2004-575 del 21 giugno 2004 sulla fiducia nell'economia digitale.

Il diritto di replica e la sanzione del rifiuto del diritto di replica consentono di accelerare le possibilità di contestazione.

Le sentenze affermano spesso nel preambolo della loro motivazione e in modo sintetico:

– l'articolo 29 comma 1 della legge 29 luglio 1881 definisce la diffamazione
come la pubblicazione diretta o mediante riproduzione di “qualsiasi
l'accusa o l'imputazione di un fatto che lede l'onore o
considerazione della persona o dell'ente cui l'atto è attribuito”;
– deve essere la persona o l'ente a cui è attribuito l'atto
espressamente nominati o in mancanza, deve essere effettuata la loro identificazione
possibile dai termini utilizzati o dalle loro circostanze intrinseche o
estrinseco;
– deve trattarsi di un fatto specifico, suscettibile di essere oggetto di dibattito
contraddittorio sulla prova della sua verità, che così distingue il
diffamazione, da un lato, insulto - caratterizzato, secondo il secondo
comma dell'articolo 29, da “qualsiasi espressione offensiva, termini di
disprezzo o invettiva che non contenga l'imputazione di alcun fatto”- e,
dall'altro, dall'espressione soggettiva di un'opinione o di un giudizio
di valore, la cui rilevanza può essere liberamente discussa all'interno del quadro
di un dibattito di idee ma la cui verità non può essere provata;
– l'onore e la considerazione della persona non dovrebbero
da apprezzare secondo le concezioni personali e soggettive di questo,
ma secondo criteri oggettivi e la riprovazione generale
causato dall'assunto contestato, che il fatto imputato è penalmente
riprovevole o manifestamente contrario alle regole della morale
comunemente accettato;
– diffamazione, che può essere sotto forma di allusione o
di insinuazione, va valutata tenendo conto degli elementi
intrinseco ed estrinseco al mezzo in questione, vale a dire sia il
il contenuto stesso delle osservazioni e del contesto in cui si svolgono;
– queste disposizioni si applicano in materia civile, anche davanti alla
Presidente della Corte.

 

L'insulto:

Sezione 33

Modificato dalla LEGGE n°2021-1109 del 24 agosto 2021 – art. 38

L'insulto commesso con gli stessi mezzi nei confronti degli enti o delle persone designate dagli articoli 30 e 31 della presente legge è punito con la sanzione pecuniaria di 12.000 euro.

L'insulto commesso allo stesso modo nei confronti di privati, quando non sia stato preceduto da provocazioni, sarà punito con la multa di 12.000 euro.

È punito con la reclusione di un anno e con la multa di 45.000 euro per le offese commesse con gli stessi mezzi nei confronti di una persona o di un gruppo di persone sulla base della loro origine o della loro appartenenza o non appartenenza a un'etnia, nazione, razza o religione .

Gli insulti commessi nelle medesime condizioni nei confronti di una persona o di un gruppo di persone sulla base del loro sesso, orientamento sessuale o identità di genere o della loro disabilità saranno puniti con le pene previste dal comma precedente.

Quando gli atti di cui ai commi terzo e quarto del presente articolo sono commessi da persona investita di pubblici poteri o incaricata di un incarico di pubblico servizio nell'esercizio o in occasione dell'esercizio delle sue funzioni o della sua missione, le pene sono aumentate a tre anni di reclusione e alla multa di 75.000 euro.

Nei casi di condanna per uno dei fatti previsti dai commi terzo e quarto, il giudice può altresì disporre:

1° L'affissione o la diffusione della decisione pronunciata nelle condizioni previste dagli articoli 131-35 del codice penale;

2° (Abrogata).

 

Esistono molti regimi speciali (reati che comportano atti contro le autorità, o discriminazione razziale o sessista, ecc.)

La diffamazione e gli insulti possono essere perseguiti nell'ambito di procedimenti penali e civili, il rinvio a un giudice istruttore consente in linea di principio una ricerca più attiva di autori anonimi.

La revoca sospende l'azione penale (art.49).

Il nostro articolo: Insulto online: controlla la definizione

La diffamazione e gli insulti non pubblici sono sanzionati meno severamente.

Articolo R621-1

La diffamazione non pubblica di una persona è punita con la sanzione prevista per i reati di 1° grado (38 euro).

La verità dei fatti diffamatori può essere accertata in conformità alle disposizioni legislative relative alla libertà di stampa.

Articolo R621-2

L'insulto non pubblico nei confronti di una persona, quando non sia stato preceduto da provocazione, è punito con la sanzione prevista per le multe di 1a classe (38 euro).

Lo studio Roquefeuil specializzato in media e tecnologia digitale ti supporta in procedimenti legali o in difesa su questi temi di diffamazione e insulto - fissa un appuntamento.

La comunicazione o l'espressione verbale o scritta in genere dà tuttavia luogo ad altre forme di reato che non rientrano nel regime della stampa e sono contemplate dal diritto civile o penale, o dalla giurisprudenza commerciale. La denigrazione commerciale è quindi sanzionata civilmente, in materia di concorrenza sleale, e consente di perseguire atti volti a screditare il concorrente al fine di pregiudicarne l'attività commerciale.

Il nostro articolo: Il parere negativo: l'azienda Roquefeuil risponde

Disprezzo: come viene sanzionato? come difendersi?

Il disprezzo è previsto e punito dal codice penale:

Sezione 433-5

Modificato dalla LEGGE n°2021-1520 del 25 novembre 2021 – art. 55

Parole, gesti o minacce, scritti o immagini di qualsiasi natura non resi pubblici o l'invio di oggetti di qualsiasi natura indirizzati a persona incaricata di un incarico di pubblico servizio, nell'esercizio o in occasione dell'esercizio della sua missione, e suscettibili di pregiudicare la sua dignità o il rispetto dovuto alla funzione di cui è investito.

Quando è rivolto a persona titolare di pubblica autorità, a vigile del fuoco o a marittima-pompiere nell'esercizio o in occasione dell'esercizio delle sue missioni, l'oltraggio è punito con la reclusione di un anno e con la multa di 15.000 euro.

Quando è rivolta a persona incaricata di un incarico di pubblico servizio e che i fatti sono stati commessi all'interno di un istituto scolastico o scolastico, ovvero, in occasione di ingressi o uscite degli alunni, nell'intorno di tale istituto, il disprezzo è punito con la reclusione di sei mesi e con la multa di 7.500 euro.

L'oltraggio previsto dal primo comma, quando commesso in adunanza, è punito con la reclusione di sei mesi e la multa di 7.500 euro e l'oltraggio previsto dal secondo comma è punito con la reclusione di due anni e la multa di 30.000 euro.

 

Sezione 433-5-1

Legge istitutiva n°2003-239 del 18 marzo 2003 – art. 113 () JORF 19 marzo 2003

L'atto, durante una manifestazione organizzata o regolamentata dai pubblici poteri, di insultare pubblicamente l'inno nazionale o il tricolore è punito con la multa di 7.500 euro.

Se commesso in assemblea, questo oltraggio è punito con sei mesi di reclusione e una multa di 7.500 euro.

La soglia dei 6 mesi di reclusione fa scattare la possibilità dell'affidamento e dell'immediata comparizione.

L'indignazione è diretta contro l'autorità e non è commessa attraverso la diffusione pubblica.

Il Consiglio costituzionale (Cons. cost. 9 apr. 2021, n° 2021-896 QPC) rileva che “la stessa dichiarazione resa pubblicamente nei confronti di persona incaricata di un incarico di pubblico servizio o depositaria della pubblica autorità può costituire un pubblico oltraggio o ingiuria ”. Tuttavia, rileva che, se si tratta di un attacco alla dignità delle funzioni nei due casi, tale attacco è diverso in quanto l'oltraggio deve, per essere punibile, secondo la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, essere rivolto direttamente alla persona offesa o derivare dal desiderio che le osservazioni gli vengano riferite da una persona presente. In altre parole, il disprezzo è punibile solo se colpisce il titolare della carica. Al contrario, l'insulto pubblico non deve essere rivolto direttamente alla persona interessata o destinato a essere riferito a lui. Essendo i due atti di diversa natura, è salvaguardato il principio di uguaglianza davanti alla legge.

Il disprezzo presuppone un rapporto diretto, una forma di aggressione verbale, quasi fisica. L'insulto pubblico è rivolto in primo luogo a un pubblico che non è la persona insultata.

occorre altresì confrontare i seguenti reati, che risultano dallo stesso registro:

Denuncia calunniosa: come viene sanzionata? come difendersi?

Secondo l'articolo 226-10 del codice penale: 

“Regola 226-10 versione in vigore dall'11 dicembre 2016, Modificato dalla Delibera n.2016-741 DC dell'8 dicembre 2016 – art. 4, c. iniziato.

La denuncia, fatta con qualsiasi mezzo e diretta contro una determinata persona, di un fatto che può comportare sanzioni legali, amministrativo o disciplinare e che sappiamo essere totalmente o parzialmente imprecisi, quando è indirizzata ad un ufficiale giudiziario o amministrativo o di polizia giudiziaria, o ad un'autorità con il potere di agire su di esso o di adire l'autorità competente, sia ai superiori gerarchici sia al datore di lavoro della persona denunciata è punito con cinque anni di reclusione e 45.000 euro di multa.

La falsità del fatto denunciato risulta necessariamente dalla decisione, divenuta definitiva, di assoluzione, assoluzione o archiviazione, che dichiari che il fatto non è stato commesso o che non è imputabile alla persona denunciata.

In ogni altro caso, il giudice adito a carico del denunciante valuta la rilevanza delle contestazioni da lui mosse”.

 

Falsa testimonianza:

Si tratta di una dichiarazione resa in tribunale:

Articolo 434-13 del codice penale:

Versione in vigore dal 1° gennaio 2002 Modificato dall'Ordinanza n° 2000-916 del 19 settembre 2000 – art. 3 (V) JORF 22 settembre 2000 in vigore dal 1 gennaio 2002

La falsa testimonianza resa sotto giuramento davanti a qualsiasi giudice o davanti a un ufficiale di polizia giudiziaria che agisca in esecuzione di una rogatoria è punita con la reclusione di cinque anni e con la multa di 75.000 euro.

Tuttavia, il falso testimone è esente da pena se ha spontaneamente ritrattato la sua testimonianza prima della decisione che pone fine al procedimento resa dal giudice istruttore o dal giudice del merito.

 

La notizia falsa:

Sono notizie false, nella legge francese vengono sanzionate quando mirano a falsare le campagne elettorali.

" Arte. L. 163-2.-I (codice elettorale).-Durante i tre mesi che precedono il primo giorno del mese delle elezioni generali e fino alla data dello scrutinio in cui sono acquisite, quando accuse o imputazioni inesatte o fuorvianti di un fatti idonei ad alterare la veridicità del prossimo scrutinio sono diffusi in modo deliberato, artificioso o automatizzato e massivo attraverso un servizio di comunicazione pubblica on line, il giudice del rito sommario può, su richiesta del pubblico ministero, di qualunque candidato, di qualunque partito o gruppo politico o di qualsiasi persona avente interesse ad agire, e fatto salvo il risarcimento del danno subito, prescrivere alle persone fisiche o giuridiche di cui al 2 di I dell'articolo 6 della legge n. 2004-575 del 21 giugno, 2004 sulla fiducia nell'economia digitale o, in mancanza, a qualsiasi persona di cui al punto 1 dello stesso do tutte le misure proporzionate e necessarie per porre fine a tale diffusione.
“II.- Il giudice di camera di consiglio decide entro quarantotto ore dal rinvio.
“In caso di appello, il tribunale decide entro quarantotto ore dal rinvio.
“III.- Le azioni fondate sul presente articolo sono proposte esclusivamente dinanzi al tribunal de grande instance e alla corte d'appello determinata con decreto. »

ARCOM, il regolatore delle telecomunicazioni, garantisce che gli stati stranieri non alterino la sincerità del voto.

LA LEGGE n° 2018-1202 del 22 dicembre 2018 relativa alla lotta contro la manipolazione dell'informazione modifica così il codice elettorale, LA LEGGE DEL 30 SETTEMBRE 1986 RELATIVA ALLA LIBERTÀ DI COMUNICAZIONE (articoli da 5 a 10),

Le piattaforme hanno obblighi di trasparenza e cooperazione e devono istituire procedure di segnalazione per combattere le fake news.

Regolamenti europei (DSA-DMA) rafforzano gli obblighi delle piattaforme in termini di trasparenza sull'origine degli annunci, che in linea di principio consente di identificare quelli a fini politici, e le piattaforme possono scegliere di nascondere determinati contenuti durante un periodo elettorale, o istituire di fatto celle di controllo per allertare il lettore.

Sei vittima di un insulto, diffamazione, disprezzo, falsa testimonianza e vuoi sapere come puoi difenderti? Pierre de Roquefeuil, avvocato specializzato in diritto della comunicazione a Parigi, ti assiste per consigliarti e per garantire che i tuoi interessi siano rispettati.

L'avvocato specializzato in diritto della comunicazione ti consiglia e ti aiuta a identificare l'esatto errore commesso dall'autore dei commenti online. Mettiti in contatto con Pierre de Roquefeuil, un avvocato specializzato in diritto della comunicazione a Parigi.

Diritto all'oblio, alla cancellazione dai motori di ricerca 

odio online

Responsabilità degli attori di Internet e dei media

Cosa fare in caso di diffamazione?

 

In primo luogo, verifichi se esiste un caso di diffamazione:

 

La diffamazione consiste nel dire o scrivere qualcosa di negativo su una persona, un'azienda o un gruppo di persone, che può causare loro un danno. La diffamazione può essere verbale o scritta, e può essere fatta pubblicamente o privatamente. Può assumere la forma di calunnia, che è la diffamazione con la consapevolezza che ciò che viene detto non è vero, o di diffamazione, che è la diffamazione con la convinzione che ciò che viene detto è vero, ma senza verificare le informazioni. La diffamazione è punibile per legge in molti Paesi, tra cui la Francia.

 

 

In Francia, come viene punita la diffamazione?

 

In Francia, la diffamazione è punibile con pesanti multe in base alla legge del 29 luglio 1881.

Secondo l'articolo 29 di questa legge:

Qualsiasi accusa o imputazione di un fatto che leda l'onore o la considerazione della persona o dell'ente a cui il fatto è imputato è diffamazione. E' punibile la pubblicazione diretta o mediante riproduzione di tale accusa o di tale imputazione, anche se effettuata in forma dubbia ovvero se diretta a persona od ente non espressamente nominato, ma la cui identificazione è resa possibile dai termini discorsi, grida , minacce, scritte o stampati, cartelli o manifesti incriminati.

Qualsiasi espressione oltraggiosa, termini di disprezzo o invettive che non contengano l'imputazione di alcun fatto è un insulto.

 

 

Tuttavia, ci sono dei limiti a questo divieto. Ad esempio, la diffamazione non può essere perseguita se le dichiarazioni diffamatorie sono state pubblicate per difendere la libertà di espressione o per criticare ragionevolmente una persona o un'azienda. Allo stesso modo, la diffamazione non è perseguibile se le dichiarazioni diffamatorie sono basate su fatti comprovati e la persona che le ha pubblicate ha agito in buona fede.

In caso di condanna per diffamazione, la persona condannata può essere obbligata a pubblicare una rettifica e a pagare i danni alla persona diffamata.

 

 

 Come viene punita la diffamazione negli Stati Uniti?

 

Negli Stati Uniti, la diffamazione è punita in modo simile a quello francese. Viene considerata una forma di diffamazione privata o pubblica, a seconda di chi viene preso di mira dalle dichiarazioni diffamatorie.

La diffamazione privata è generalmente considerata meno grave della diffamazione pubblica e di solito riguarda dichiarazioni diffamatorie contro una persona privata, piuttosto che contro una persona pubblica. La diffamazione pubblica, invece, riguarda solitamente dichiarazioni diffamatorie nei confronti di persone pubbliche, come celebrità o politici.

In entrambi i casi, la diffamazione può essere perseguita e comportare un risarcimento danni per la persona diffamata. Tuttavia, negli Stati Uniti, la legge sulla diffamazione è influenzata dal Primo Emendamento della Costituzione, che garantisce la libertà di parola. Di conseguenza, spesso è più difficile fare causa per diffamazione negli Stati Uniti che in Francia o in altri Paesi.

 

 

 Come viene punita la diffamazione nel Regno Unito?

 

Nel Regno Unito, la diffamazione è punibile ai sensi del Defamation Act 2013. Secondo questa legge, la diffamazione è l'atto di pubblicare uno "scritto, una parola, un'immagine o un altro segno che imputa a un'altra persona una grave colpa, un'infermità, un'ignominia o un'altra qualità disonorevole".

La legge prevede anche una serie di difese contro la diffamazione, tra cui la difesa della verità (se le dichiarazioni diffamatorie sono vere), la difesa della responsabilità pubblica (se le dichiarazioni diffamatorie sono state pubblicate nell'interesse pubblico) e la difesa della 'pubblicazione privata' (se le dichiarazioni diffamatorie sono state pubblicate a un piccolo numero di persone).

In caso di condanna per diffamazione, la persona condannata può essere obbligata a pubblicare una rettifica e a pagare i danni alla persona diffamata. La legge prevede anche sanzioni penali per la diffamazione, ma in genere non vengono applicate nei casi di diffamazione.

 

 

 

Come viene punita la diffamazione in Spagna?

 

In Spagna, la diffamazione è punibile ai sensi del Codice Penale e della Legge sulla Stampa. Secondo l'Articolo 208 del Codice Penale spagnolo, la diffamazione consiste nel "dire o pubblicare dichiarazioni calunniose o diffamatorie nei confronti di una persona, di un gruppo di persone, di un'azienda o di un'istituzione, in modo tale da ledere il loro onore o la loro considerazione".

La diffamazione può essere perseguita e portare al risarcimento dei danni per la persona diffamata. La Legge sulla stampa prevede anche delle sanzioni per la diffamazione, tra cui la pubblicazione di una rettifica e l'obbligo di pagare i danni.

Tuttavia, esistono dei limiti al divieto di diffamazione in Spagna. Ad esempio, la diffamazione non può essere perseguita se le dichiarazioni diffamatorie sono state pubblicate per difendere la libertà di espressione o per criticare ragionevolmente una persona o un'azienda. Allo stesso modo, la diffamazione non può essere perseguita se le dichiarazioni diffamatorie sono basate su fatti comprovati e se la persona che le ha pubblicate ha agito in buona fede.

 

 

 

Come viene punita la diffamazione in Germania?

 

In Germania, la diffamazione è punibile ai sensi del Codice Penale tedesco. Secondo l'articolo 186 del Codice Penale tedesco, la diffamazione è "la diffusione di dichiarazioni calunniose o diffamatorie contro una persona o un gruppo di persone, un'impresa o un'istituzione, in modo tale da danneggiarne l'onore o la reputazione".

La diffamazione può essere perseguita e portare al risarcimento dei danni per la persona diffamata. La legge prevede anche sanzioni penali per la diffamazione, che possono arrivare fino a cinque anni di reclusione in caso di diffamazione grave.

Tuttavia, esistono dei limiti al divieto di diffamazione in Germania. Ad esempio, la diffamazione non può essere perseguita se le dichiarazioni diffamatorie sono state pubblicate con l'obiettivo di difendere la libertà di espressione o di criticare ragionevolmente una persona o un'azienda. Allo stesso modo, la diffamazione non è perseguibile se le dichiarazioni diffamatorie sono basate su fatti veri e la persona che le ha pubblicate ha agito in buona fede.

 

Se ha bisogno dell'assistenza di un avvocato per la diffamazione via internet, si rivolga a Studio legale di Roquefeuil, specializzato in diffamazione, comunicazione e diritto di internet.

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Insulto online: essere assistito da un avvocato specializzato in diritto della stampa a Parigi

Un insulto è una parola, uno scritto o un'espressione rivolta a una persona con l'obiettivo di offenderla. L'insulto può essere privato o pubblico.

Lo sviluppo e la piena crescita dei social network e del web stanno accelerando il fenomeno degli abusi online. Ogni giorno vengono pubblicati su Internet molti contenuti offensivi.

È vittima di un insulto e desidera sapere come può difendersi? Pierre de Roquefeuil, avvocato specializzato in diritto della comunicazione a Parigi, la consiglierà e farà in modo che i suoi interessi siano rispettati.

 

Abuso online: quali sono i diversi tipi di abuso?

L'insulto può essere pubblico o privato.

In ogni caso, si tratta di un atto di disprezzo rivolto a una persona senza riferimento a un comportamento o a un fatto specifico. I concetti di ingiuria e diffamazione presentano delle analogie. La diffamazione assorbe l'insulto. La diffamazione presuppone l'imputazione di un fatto specifico, la cui verità può essere oggetto di discussione (a differenza della semplice opinione) e che è lesivo dell'onore e della reputazione. Allo stesso modo, l'ingiuria tenta di ledere l'onore e la considerazione, ma senza fare riferimento a un fatto specifico. Può essere scusato se è provocatorio.

L'insulto non deve essere confuso con la minaccia. Quest'ultima si riferisce al fatto di esprimere a una persona l'intenzione di farle del male, con l'obiettivo di spaventarla. Si distinguono due tipi di minacce: la minaccia di uccidere e la minaccia di commettere un reato o un crimine. Se la minaccia è accompagnata da un ricatto, ciò costituisce una circostanza aggravante che viene punita pesantemente dalla legge.

L'insulto pubblico deve anche essere distinto dall'ingiuria, che viene punita molto più severamente. Una recente decisione del Consiglio Costituzionale lo ricorda. L'insulto è rivolto direttamente alla vittima e l'autore non cerca udienza.
https://www.conseil-constitutionnel.fr/decision/2021/2021896QPC.htm

Per determinare la classificazione di una dichiarazione o pubblicazione offensiva, si devono prendere in considerazione diversi criteri. Si deve prendere in considerazione l'espressione in sé, ma anche le circostanze in cui sono state fatte le osservazioni.

L'avvocato specializzato in diritto della comunicazione la consiglierà e l'aiuterà a identificare la colpa esatta commessa dall'autore dei commenti online. Contatti Pierre de Roquefeuil, avvocato specializzato in diritto della comunicazione a Parigi.

Diritto all'oblio, alla cancellazione dai motori di ricerca 

           Insulto privato

Un insulto privato può essere rivolto a una persona in diversi modi: un messaggio, una lettera. L'insulto privato può anche essere pronunciato in un piccolo gruppo di persone che condividono lo stesso interesse, ad esempio in una classe di teatro o di musica. L'insulto viene commesso in presenza o in assenza della vittima.

L'insulto privato viene trattato dal tribunale di polizia ed è una contravvenzione di quarta classe. Tuttavia, quando è di natura razzista e discriminatoria, il reato è classificato come reato di quinta classe.

 

           Insulto pubblico

L'insulto pubblico è un insulto pronunciato in pubblico. Può essere pronunciato sulla strada pubblica, durante un evento o in un edificio residenziale.

"Qualsiasi espressione ingiuriosa, termine di disprezzo o invettiva che non contenga l'imputazione di alcun fatto è un'ingiuria", secondo il 2° paragrafo dell'Articolo 29 della legge del 1881.

L'insulto pubblico è un reato di competenza del tribunale penale. È punibile con una multa di 12.000 euro. Tuttavia, se l'insulto è razzista o discriminatorio nei confronti di una religione, può essere punito con un anno di reclusione e una multa di 45.000 euro.

Insultare un'azienda o un membro del personale viene riclassificato come insulto.

 

Insulti e social network

Si stima che ci siano circa 4,2 miliardi di utenti di Internet in tutto il mondo. Pertanto, con questo grande continente virtuale, diventa molto complicato, se non impossibile, per i social network controllare la totalità delle pubblicazioni e delle parole pubblicate ogni giorno sulle piattaforme di tutto il mondo.

Negli ultimi mesi sono stati segnalati a Facebook più di 2,9 milioni di commenti di odio. I social network sono diventati strumenti di comunicazione che facilitano i discorsi offensivi. In effetti, la libertà di comunicazione offerta dai social network può indurre gli utenti a credere di potersi esprimere senza rischi. Tuttavia, la libertà di espressione ha dei limiti. Il linguaggio offensivo su Internet, come nella vita 'normale', è punibile per legge e le sanzioni possono essere molto severe.

 

         I social network: insulto pubblico o privato?

Un insulto sui social network può essere privato o pubblico, a seconda di diversi criteri.

Se l'insulto viene pubblicato pubblicamente sui social network e può essere visualizzato da più persone e persino condiviso, è pubblico.

Tuttavia, quando un insulto viene pubblicato privatamente: in un gruppo ristretto o in un messaggio privato non visibile al pubblico, viene considerato privato.

Per poter caratterizzare l'insulto come privato o pubblico, i tribunali si concentrano su un parametro che può cambiare l'insulto da pubblico a privato, o viceversa.

In effetti, un profilo impostato sulla modalità "privata", a cui poche persone hanno accesso, è più probabile che sia qualificato come insulto privato.

Al contrario, un profilo creato pubblicamente sui social network porterà a una natura più pubblica dell'insulto.

 

         Insulto sui social network: l'autore è un minore, cosa rischia come genitore?

Gli insulti sui social network sono pesantemente sanzionati, così come gli insulti al di fuori dei social network.

A prescindere dall'età del bambino, se è l'autore di commenti offensivi sui social network, dovrà giustificare le sue azioni davanti ai tribunali. Poiché l'età della responsabilità penale è di 18 anni, il bambino non sarà punito con la stessa severità dell'adulto. D'altra parte, poiché i genitori sono responsabili civilmente per i reati commessi dai loro figli minorenni, dovranno rispondere delle azioni dei loro figli.

Pertanto, il tribunale può decidere di multare i genitori o di risarcire la vittima delle parole ingiuriose.

 

         Insulti da parte di un dipendente nei confronti della sua azienda: il ricorso dell'azienda

Un datore di lavoro può reagire ai commenti fatti da un dipendente sui social network. L'insulto può essere riscontrato quando :

- Le parole usate sono offensive, violente, sprezzanti o abusive. Non è necessario che siano imputate a qualcuno per costituire un insulto.
- I commenti sono stati resi pubblici sui social network e sono visibili a molti utenti di Internet.

Un datore di lavoro che si trova di fronte agli insulti di un dipendente può fare causa a quest'ultimo per insulti pubblici. Anche questa cattiva condotta costituisce una vera e propria colpa grave, che può portare al licenziamento.

È vittima di insulti sui social network e vuole sapere come difendersi? Ecco alcuni primi consigli di Pierre de Roquefeuil, avvocato specializzato in diritto della comunicazione a Parigi:

- Raccogliere le prove dell'abuso. L'avvocato la assiste nella raccolta delle prove;
- Se conosce l'identità dell'autore dell'insulto, sembra illusorio rivolgersi direttamente a lui o a lei per ritirare l'insulto; l'avvocato può assisterla sulla linea d'azione da seguire e sull'eventuale procedimento giudiziario da avviare, ed entro quali termini.

Le piattaforme spesso creano sistemi di segnalazione che possono essere sufficienti per far rimuovere l'insulto. Si tratta poi di costruire delle prove prima che la piattaforma cancelli il commento offensivo.

Le piattaforme possono anche adottare un atteggiamento "no take down" e chiedere che l'autore dei commenti venga prima sanzionato dai tribunali.

Possono anche essere riluttanti a rivelare i dati identificativi dell'autore del reato per motivi di riservatezza, anche quando viene loro ordinato di farlo da un tribunale.

- Contatti un avvocato specializzato in diritto delle comunicazioni per portare avanti la questione.

I procedimenti per diffamazione, ingiuria o altri cosiddetti reati a mezzo stampa, o per altri reati informatici del codice penale, o anche per denigrazione commerciale, spesso simile all'ingiuria, non sono procedimenti semplici. Richiedono un know-how tecnico specifico. Si tratta più di far rispettare i principi che di ottenere un risarcimento.

 

Infortunio su internet: l'avvocato di diritto della comunicazione a Parigi la accompagnerà e la consiglierà

Quando la vittima è appena venuta a conoscenza dell'insulto, dovrebbe innanzitutto iniziare a raccogliere le prove. Tuttavia, si raccomanda di rivolgersi a un avvocato specializzato in questa fase.

La vittima può scattare un'istantanea o una foto dell'abuso o annotare l'URL della pubblicazione. Questo dovrebbe mostrare la data e l'ora in cui l'abuso è stato pubblicato. La vittima può anche raccogliere ulteriori prove: testimonianze, registrazioni telefoniche, lettere, ecc.

Il periodo di prescrizione di 3 mesi inizierà a decorrere dalla data di pubblicazione dell'insulto. La vittima avrà quindi 3 mesi di tempo per intraprendere un'azione legale contro l'autore.

Per garantire che la prova sia il più affidabile possibile, la vittima può rivolgersi a un ufficiale giudiziario che redigerà un rapporto in conformità allo standard NF 67-147, che garantirà l'affidabilità del rapporto sull'insulto pubblico. Il rapporto deve essere redatto prima che le osservazioni scompaiano. Un rapporto redatto da un ufficiale giudiziario garantisce quindi il corretto svolgimento della procedura.

La vittima può quindi presentare una denuncia presso la gendarmeria o la stazione di polizia. Se l'autore del reato è conosciuto, la denuncia sarà presentata con una citazione diretta. D'altra parte, se la vittima non conosce l'autore del reato, dovrà essere presentata una denuncia contro X.

In una seconda fase, dopo aver raccolto le prove della pubblicazione dell'insulto, la vittima deve richiederne la rimozione. Se è stato pubblicato su un social network, la vittima dovrebbe essere in grado di segnalare il contenuto. Se l'insulto è stato pubblicato sul web, la vittima può contattare l'host del sito web.

La vittima dovrebbe quindi contattare un avvocato specializzato in diritto della comunicazione, che la assista in questo processo. L'avvocato specializzato potrà portare il caso davanti al giudice competente, per cercare di far rimuovere l'insulto entro un periodo non troppo lungo. In seguito, l'avvocato specializzato presenterà una denuncia penale che avvierà un'indagine per identificare l'autore dell'insulto, oppure chiederà al giudice, su richiesta, in un procedimento sommario o in un procedimento accelerato nel merito, di ordinare alla piattaforma di comunicare i dati di identificazione.

È vittima di un insulto e desidera sapere come può difendersi? Pierre de Roquefeuil, avvocato specializzato in diritto della comunicazione a Parigi, la consiglierà e farà in modo che i suoi interessi siano rispettati. L'avvocato specializzato la aiuterà a individuare la procedura giusta per la sua situazione.

odio online

Responsabilità degli attori di Internet e dei media

Vedi anche :

Diffamazione, falsa testimonianza, denuncia calunniosa... quali sono le differenze?

2023: DSA - DMA - La nuova regolamentazione di Internet: osservazioni sui progetti (adottati) dell'Unione Europea

 
 

Aggiornamento: 14 febbraio 2023

(Aggiornato al 1° luglio 2022:

Il 5 luglio, il Parlamento europeo ha adottato formalmente la bozza di regolamento sui servizi digitali, nota come Legge sui servizi digitali (DSA).

Il testo dovrebbe essere adottato formalmente dal Consiglio a settembre, prima di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE. Sarà applicabile in tutti gli Stati membri al più tardi entro il 1° gennaio 2024.

(Aggiornamento 11 gennaio 2023: il testo è stato adottato e pubblicato nella GUUE: REGOLAMENTO (UE) 2022/2065 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 19 ottobre 2022 relativo a un mercato unico per i servizi digitali e che modifica la direttiva 2000/31/CE (Regolamento sui servizi digitali)).

(Aggiornamento del 17 febbraio 2022:

Nell'ambito dell'Agenda Digitale Europea, intitolata "Dare forma al futuro digitale dell'Europa", è stato annunciato che la Commissione Europea avrebbe modernizzato le norme che regolano i servizi digitali nell'UE. La Commissione europea ha proposto due iniziative legislative: il Regolamento sui Servizi Digitali (DSA) e il Regolamento sul Mercato Digitale (DMA). https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/digital-services-act-package

L'obiettivo generale è quello di disciplinare GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft) e gli altri principali attori di Internet, di prevenire gli abusi e di garantire un'informazione e un commercio equi.

Una disposizione importante, piuttosto recente nel diritto dell'Unione: questi regolamenti si applicheranno alle società straniere che operano nell'Unione, e queste ultime dovranno designare un rappresentante nell'Unione, in grado di sottoporre la suddetta società a procedimenti amministrativi o giudiziari negli Stati membri, senza il vincolo di dover avviare procedimenti al di fuori di tali Stati, o di essere soggette a norme diverse da quelle del diritto dell'Unione.

 

La DSA e la DMA hanno obiettivi diversi:

 

La DSA

 

Il suo obiettivo è quello di contribuire a uno spazio digitale più sicuro, in cui i diritti fondamentali degli utenti dei servizi digitali siano protetti, andando oltre la regolamentazione "del consumatore" di beni e servizi, per comprendere gli aspetti legati alla diffusione di informazioni o contenuti digitali in generale.

Questo regolamento integrerà e modificherà l'attuale direttiva (direttiva sul commercio elettronico). 2000/31 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/fr/ALL/?uri=celex:32000L0031) - per facilitare la rimozione di contenuti illegali, preservando la libertà di espressione.

Il regime di responsabilità limitata dell'ospitante rimane in vigore, ma ci si aspetta che l'ospitante sia molto più coinvolto e trasparente nel processo di rimozione o rimessa online dei contenuti (in particolare, gli articoli 14 e 15).

(aggiornato all'11 gennaio 2023) il testo è stato adottato e pubblicato nella GUUE: REGOLAMENTO (UE) 2022/2065 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 19 ottobre 2022 relativo a un mercato unico dei servizi digitali e che modifica la direttiva 2000/31/CE (Regolamento sui servizi digitali) :

Il testo distingue tra piattaforme online e piattaforme online molto grandi tra gli "host", ma anche tra motori di ricerca e motori di ricerca molto grandi, con una responsabilità più ampia quando la piattaforma promuove se stessa (articolo 6, paragrafo 3):

3. Il paragrafo 1 non si applica in relazione alla responsabilità ai sensi della legge sulla protezione dei consumatori applicabile alle piattaforme online che consentono ai consumatori di concludere contratti a distanza con i professionisti, qualora tale piattaforma online presenti le informazioni specifiche o consenta in altro modo la transazione specifica in questione in modo tale che un consumatore medio possa essere indotto a credere che le informazioni, il prodotto o il servizio oggetto della transazione siano forniti direttamente dalla piattaforma online o da un destinatario del servizio che agisce sotto la sua autorità o controllo.

Per quanto riguarda le ingiunzioni giudiziarie e amministrative, vale la pena ricordare gli articoli da 9 a 14, le cui preziose disposizioni forniscono un quadro per il trattamento da parte delle piattaforme, con l'obbligo per le piattaforme di designare un punto di contatto elettronico (per le autorità e per i destinatari dei servizi), un rappresentante nello Stato interessato, e negli articoli 16 e seguenti.

Sulla proposta di trasposizione della componente "odio online" in Francia, veda l'articolo aggiornato :

La proposta di legge Avia contro l'odio su Internet, in pochi punti

Opinioni negative e denigratorie

La difficoltà di eliminare l'anonimato su Internet

I dati personali del direttore dell'azienda

Influencer e contratti con i marchi: le precauzioni da prendere

Aggiornamento 1 febbraio 2023:

Il DSA è entrato in vigore il 16 novembre 2022; tuttavia, molti degli obblighi non saranno applicabili fino al 17 febbraio 2023.

È preoccupato?

Questo testo riguarda tutti gli attori di Internet (con deroghe per quelli molto piccoli).

Quali sono i suoi obblighi?

La sua responsabilità scatta nel momento in cui il suo ruolo va oltre quello di un semplice intermediario tecnico, e le condizioni della sua neutralità non sono soddisfatte.

Lei ha l'obbligo di

- designare un punto di contatto e un rappresentante legale in Francia;

- aggiornare i termini e le condizioni; descrivere le procedure di moderazione dei contenuti;

 

Ospitato da :

- istituire un sistema di segnalazione dei contenuti illegali;

- l'obbligo di segnalare alle autorità le minacce alla vita e alla sicurezza delle persone;

- Stabilire un sistema di appello interno contro le decisioni della società di hosting;

- istituire un sistema per correggere gli abusi di whistleblowing;

- rapporto di trasparenza, compreso il numero di controversie gestite al di fuori del sistema giudiziario;

 

Fornitore di piattaforma :

- maggiori informazioni per l'utente di Internet prima che prenda una decisione;

- trasparenza sull'esistenza e l'origine della pubblicità presentata;

- protezione rafforzata dei minori; divieto di profilazione dei minori;

- tracciabilità e valutazione delle informazioni fornite dai professionisti;

Fornitori di piattaforme con un processo di contrattazione tra il commerciante e il consumatore:

- mettere in atto i mezzi per consentire ai professionisti di adempiere ai loro obblighi di informazione precontrattuale;

- obbligo di segnalare un prodotto o servizio illegale ;

- effettuare un'analisi dell'impatto dei rischi coinvolti;

- fornire un meccanismo di risposta alle crisi;

- proporre almeno un'opzione di raccomandazione che non si basa sulla profilazione;

 

Piattaforme e motori molto grandi:

- tenere un registro degli annunci con informazioni aggiuntive;

- nominare un responsabile della conformità che si occupi dei rapporti con le autorità;

- trasparenza: sulla moderazione, sul numero di utenti ;

- requisito di revisione indipendente ;

- pagamento di una tassa di monitoraggio ;

 

Occorre quindi mettere in atto analisi e processi; lo studio la assisterà in queste questioni.

 

 

La DMA

Il suo obiettivo è quello di stabilire condizioni di parità per l'innovazione, la crescita e la competitività, sia nel mercato unico europeo che a livello globale. Questo regolamento integrerà il regolamento della piattaforma per le imprese 2019/1150 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/FR/TXT/?uri=CELEX%3A32019R1150). Il s’agit de limiter l’effet anti-concurrentiel des gatekeepers.

 

Incertezza sulla MAD: è applicabile senza pregiudicare l'applicazione delle norme europee e nazionali esistenti, e quindi rischia di ridursi a uno stillicidio.

Aggiornato il 2/11/2022

La Legge sui Mercati Digitali (DMA) entra in vigore

del 14 settembre 2022 sugli appalti equi e contendibili nel settore digitale e che modifica le Direttive (UE) 2019/1937 e (UE) 2020/1828 (Regolamento sugli appalti digitali), dopo alcune modifiche finali rispetto alla prima proposta.

  • le soglie quantitative per far rientrare un'azienda nel campo di applicazione del MAA sono state fissate a :
    • 7,5 miliardi di fatturato annuo nell'Unione Europea
    • 75 miliardi di capitalizzazione di mercato
  • la multa massima di 20% del fatturato mondiale che può essere imposta dalla Commissione Europea per la non conformità di un controllore di accesso si applicherà solo in caso di recidiva.
  • per la prima infrazione è prevista una multa massima pari a 10% del fatturato mondiale.

La DMA sarà applicata a partire dal 2 maggio 2023.

A partire da tale data, i gatekeeper avranno due mesi di tempo per notificare i loro servizi di piattaforma essenziali alla Commissione Europea. La Commissione deciderà entro 45 giorni lavorativi se designare o meno questi attori come gatekeeper. I nuovi obblighi per i gatekeeper così designati inizieranno ad essere applicati a partire da marzo 2024.

Il direttiva sulle azioni collettive (DIRETTIVA (UE) 2020/1828 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 novembre 2020 riguardante le azioni rappresentative per la tutela degli interessi collettivi dei consumatori e dei consumatori).
che abroga la Direttiva 2009/22/CE )
- che gli Stati membri dovranno recepire entro la fine del 2022, si applicherà in caso di violazione delle regole DMA da parte dei controllori di accesso, consentendo alle associazioni dei consumatori di intraprendere azioni legali contro i controllori di accesso.

Si rivolga allo studio legale Roquefeuil di Parigi per essere assistito nei suoi contenziosi o progetti digitali.

Si veda anche, per un esempio del problema della concorrenza e dell'accesso al mercato tramite Google Ads: L'imprenditore del web estromesso da Google Ads

Riforma del diritto dei consumatori :

Modifica delle linee guida :
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/FR/TXT/HTML/?uri=CELEX:32019L2161&from=FR

Ordine di trasposizione :
https://www.legifrance.gouv.fr/jorf/id/JORFTEXT000044546235

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Il diritto di recesso

Osservazioni sull'interpretazione del contratto

Le condizioni generali hanno ancora uno scopo?

Possiamo far giudicare in Francia il nostro fornitore straniero?

Condizioni ingiuste

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Vedi anche :

Diffamazione, falsa testimonianza, denuncia calunniosa... quali sono le differenze?

 

 

Vedere: Decreto 2022-32 del 14 gennaio 2022 (obblighi delle piattaforme contro i contenuti di odio).

D. n° 2022-32, del 14 gennaio 2022, adottato per l'applicazione dell'articolo 42 della legge n° 2021-1109, del 24 agosto 2021, che rafforza il rispetto dei principi della Repubblica e che riguarda la definizione di una soglia di connessioni a partire dalla quale gli operatori di piattaforme online contribuiscono alla lotta contro la diffusione pubblica di contenuti illeciti.

Immunità per le piattaforme statunitensi?

Riforme civili e penali 2022

 

Diritto di Internet - Quadro giuridico

 

Legge sui dati personali

Direttiva 2016/680 del 27 aprile 2016, la cosiddetta Direttiva "Polizia-Giustizia".

Regolamento 2016/679 (GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati) che abroga la Direttiva 95/46/CE

 

Metadati, cookie, telecomunicazioni e privacy:

Direttiva 2002/58/CE del 12 luglio 2002 sulla privacy e le comunicazioni elettroniche (Direttiva e-Privacy), modificata nel 2009 (Direttiva 2009/136/CE):
Direttiva 2002/21 (quadro normativo comune per le reti e i servizi di comunicazione elettronica) abrogata dalla Direttiva 2018/1972 (Codice europeo delle comunicazioni elettroniche).

Consumo

Regolamento 2015/2120 Piattaforme e diritto dei consumatori, equità

Regolamento 2019/1150 (trasparenza) (riguarda i venditori che utilizzano piattaforme)

Direttiva (commercio elettronico) 2000/31

Direttiva 2015/1535 (notifica di regolamenti tecnici)

 

Copyright

Direttiva 2019/790 (diritto d'autore nel mercato unico digitale)

 

Dati aperti:

Direttiva 2019/1024 che sostituisce la Direttiva 2003/98

 

Media, audiovisivi

DOCUMENTO PRINCIPALE
Direttiva 2010/13/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (Direttiva sui servizi di media audiovisivi) (GU L 95 del 15.4.2010, pag. 1-24).
I successivi emendamenti alla Direttiva 2010/13/CE sono stati incorporati nel documento originale. Questa versione consolidata è solo a scopo documentale.

DOCUMENTI CORRELATI
Direttiva (UE) 2017/541 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2017, sulla lotta al terrorismo, che sostituisce la decisione quadro 2002/475/GAI del Consiglio e modifica la decisione 2005/671/GAI del Consiglio (GU L 88 del 31.3.2017, pag. 6-21).
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla Strategia per il Mercato Unico Digitale in Europa (COM(2015) 192 definitivo del 6.5.2015)
Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (GU C 326 del 26.10.2012, pagg. 391-407)
Direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (Direttiva quadro) (GU L 108 del 24.4.2002, pag. 33-50).

Consultazione sulla Legge sui Servizi Digitali :
https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/Digital_Services_Act

Quadro giuridico dell'UE

Recepimento nazionale

Legge sui servizi digitali - Legge sul mercato digitale

Avere un'opinione negativa ritirata

La proposta di legge Avia contro l'odio su Internet, a cura dell'avvocato specializzato in diritto della stampa a Parigi

reti sociali

Obiettivo

Il progetto di legge contro l'odio su Internet mira a delegare alle piattaforme più importanti una missione più vigorosa per rimuovere (determinati) contenuti odiosi pubblicati dagli utenti di Internet che utilizzano i loro servizi, non appena vengono segnalati, pena una pesante multa.

Riserva e possibile censura da parte del Consiglio Costituzionale

Ci sono state lamentele (senatori, Commissione Europea...) sul fatto che la restrizione alla libertà di espressione è troppo grande, e il Consiglio Costituzionale, che sta esaminando la legge, potrebbe avere delle riserve in merito. La mancata notifica della legge alla Commissione Europea potrebbe comprometterne l'applicazione.

 

L'odio online: una questione di pubblica decenza - i mezzi messi sul tavolo dalla proposta di legge

Tuttavia, resta il fatto che una singola vittima dell'odio su Internet, e in particolare dell'odio collettivo (il fenomeno della "curée" o del "raid digitale"), in genere non ha modo di difendersi, o lo fa a costi inaccessibili: costituzione di prove, denunce, follow-up delle denunce e lunghezza del processo giudiziario, difficoltà di indagine (soprattutto per quanto riguarda i dati ospitati all'estero) e grande incertezza sull'esecuzione delle decisioni contro persone o piattaforme residenti all'estero, anche se la procedura sommaria o la petizione possono in alcuni casi accelerare le cose.

La legge è quindi essenziale per "invertire la tendenza", nel senso che ora è la persona che inizia a diffondere contenuti di odio contro un cittadino francese che sarà responsabile della difesa dei suoi commenti se ritiene che siano stati erroneamente cancellati dalla piattaforma.

Il costo ricadrà su di lui. E ovviamente non vorrà sostenere questo costo.

Soprattutto se avesse avuto cura di modificare i suoi commenti con uno pseudonimo: questo lo costringerebbe ad identificarsi e
di correre il rischio di essere condannato questa volta.

La rimozione del contenuto non proteggerà l'autore del discorso d'odio dall'azione penale se la vittima o un procuratore (con la futura procura specializzata di Parigi) lo ritengono necessario.

La piattaforma sarà ritenuta responsabile se non riuscirà a rimuovere il contenuto segnalato e potrà essere sanzionata in quanto tale dopo un processo giudiziario a giudice unico.

D'altra parte, se rimuove erroneamente il contenuto, sarà anche interessato, se viene perseguito, ma in misura non specificata - non è previsto un reato specifico di sovracensura in questo caso, in linea con un approccio tradizionale di libertà editoriale. -

Il burlone che ha segnalato erroneamente un contenuto sarà, in linea di principio, punibile anche in base al reato specifico di falsa segnalazione (15.000 euro di multa).

La CSA potrebbe eventualmente imporre sanzioni amministrative contro una piattaforma che presenta un modello generale di eccessiva censura, ma non potrebbe andare contro le condizioni generali delle suddette piattaforme, che potrebbero istituire una forte censura proprio per evitare sfide, o in applicazione delle proprie scelte editoriali.

La proposta di legge organizza quindi un vero e proprio bonus di ritiro, che compensa la mancanza di mezzi delle vittime, con il rischio di una vera e propria sovracensura generalizzata, supervisionata dalla CSA.

 

Aggiornamento 18 giugno 2020:

"Il Consiglio costituzionale riconosce il problema, convalida il principio di una legge, ma ritiene che i mezzi che abbiamo trovato non siano quelli giusti. Dobbiamo quindi continuare a lavorare per trovare soluzioni che ottengano il consenso e possano essere applicate. https://twitter.com/LaetitiaAvia/status/1273686096354967553

 

Aggiornamento gennaio 2021:

In Francia, il progetto di legge sul "separatismo" o "rispetto dei principi della Repubblica", che sarà discusso all'Assemblea Nazionale nel gennaio 2021, la sezione "odio online" è stata portata avanti dalla deputata Laetitia Avia, che aveva portato avanti la tardiva proposta di legge "contro l'odio online", respinta dal Consiglio Costituzionale e criticata per aver incoraggiato l'eccesso di censura e per non essere in linea con il calendario dell'Unione Europea.

L'odio online è ancora molto vivo e, secondo le statistiche dei social network, è necessario cancellare milioni di messaggi odiosi ogni giorno: anche se moltiplicassimo i mezzi legali, sarebbe comunque come svuotare l'oceano con un cucchiaino.

Inoltre, le reti sociali sono un vettore di espressione pubblica, occupano lo spazio pubblico e sembra scioccante lasciare questo spazio pubblico alla buona volontà delle aziende private straniere che gestiscono queste reti. La sovranità è in gioco.
 
Il piano di rafforzamento dell'azione pubblica, l'azione amministrativa, rimane quindi di grande attualità.
 
La componente dell'odio online del progetto di 'separatismo' fa parte della bozza di direttiva DSA - DMA dell'Unione Europea sulla nuova regolamentazione di Internet (vedi " 2021 : DSA - DMA - Il nuovo regolamento Internet in preparazione: osservazioni sui piani dell'Unione Europea ".) e comprende i seguenti sviluppi:
 
- Procura nazionale digitale, con il ruolo attivo delle associazioni di attivisti che segnalano e sostengono le azioni legali; PHAROS riceve le segnalazioni, le trasmette alla Procura nazionale, che può indirizzarle alla Procura locale, secondo criteri di portata, intensità e complessità,
- Il CSA (che diventerà l'"ARCOM") controllerà il funzionamento generale delle piattaforme,
- L'ARCEP potrebbe attingere agli algoritmi delle piattaforme,
- Osservatorio di esperti sull'"odio online",
- Reato di pubblicazione di dati personali online con la consapevolezza di un contesto che potrebbe mettere in pericolo gli altri (caso Samuel Paty),
- La comparizione immediata per quanto riguarda i reati commessi al di fuori del classico contesto editoriale coperto dalla legge sulla stampa, con la difficoltà per l'investigatore di essere in flagranza di reato e la pena minima legata al reato, le condizioni per la comparizione immediata, la difficoltà di far coincidere le pene lunghe con la prescrizione breve della stampa.
 
 
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